Una delle attività che pensavo di non poter fare nella mia
vita è l'hiking. Fino a che non sono andata in Calabria a Civita dove, grazie
all'ospitalità di tutta la comunità, ho avuto l'occasione di fare questa
esperienza sull'estrema dorsale del Raganello.
Il fatto è, che io non sapevo nemmeno cosa fosse l'hiking!
Conoscevo il trekking, che consideravo una escursione più
difficoltosa rispetto alla camminata o ad una semplice passeggiata, con
sentieri sali scendi e impervi ma l'hiking non l'avevo mai sentito.
Il mio prezioso amico Google mi è venuto in aiuto e si è
aperto un mondo sugli sport outdoor.
Se anche voi siete curiosi e volete saperne di più, leggete l'articolo di Sharewood in cui si spiega perfettamente la differenza tra trekking e hiking.
Cosa serve per affrontare l'estrema dorsale del Raganello?
Come dicevo, non conoscevo questa attività sportiva e confesso che se mi avessero detto prima a cosa
sarei andata incontro, probabilmente, non avrei affrontato così
spensieratamente e con leggerezza di spirito il percorso che era stato preparato
da Stefania, la nostra guida.
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La Timpa del Demanio sulla destra e l'estrema dorsale del Raganello sulla sinistra |
La guida aveva raccomandato a tutto il gruppo di vestirsi in modo adeguato per l'escursione e soprattutto di indossare le scarpe da trekking, e, per questa ultima raccomandazione, ero attrezzata e le mie scarpe tecniche mi hanno aiutato
tantissimo.
Premetto che i miei consigli sono quelli di una
principiante (qui trovate i consigli di una esperta) ma sono validissimi se volete affrontare la piccola scalata
impervia.
Ecco cosa vi serve:
- scarpe da trekking
- una bottiglia d'acqua
- pantaloni lunghi (meglio se stretti sotto)
- maglia di cotone (se è estate) altrimenti una maglia termica
- giacca a vento
- fazzolettini (per asciugare il sudore o altro)
- macchina fotografica o cellulare (per immortalare i panorami stupendi)
- fare un'abbondante ed energetica colazione
- tanta buona volontà e buon senso.
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L'energetica colazione fatta prima dell'escursione al B&B Le Terrazze di Civita |
Escursione sull'estrema dorsale del Raganello
Iniziamo l'escursione dal Belvedere, il punto più panoramico di Civita
dove è necessario fermarsi qualche minuto in più per
capire la grandezza della Timpa del Demonio, la profondità della gola del
Raganello, sovrastato dal ponte del Diavolo.
A poca distanza c'è il belvedere più
piccolo, chiamato la piccola culla. Da qui se allungate la vista fino all'orizzonte
si può vedere la costa ionica.
Resto senza parole e la sensazione di trovarmi nel vuoto è forte ma non distolgo il mio sguardo che scruta e indugia su ogni particolare da questa bellezza naturale che mi è apparsa davanti all'improvviso.
L'itinerario parte da qui. Sono pronta per scendere la scalinata che sinuosamente costeggia la parete rocciosa sotto il belvedere.
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La scalinata che porta alla Mater Chiesa e all'Ostello della Gioventù |
La
scalinata non presenta difficoltà. È un percorso agevole che porta verso
quello che era un'ostello della gioventù dove è prevista una prima sosta sul punto panoramico che si affaccia sul paese.
Da questo punto inizia anche la discesa, con i suoi seicentoquindici scalini, verso il Ponte del Diavolo, ad oggi non agibile per il recente tragico evento.
Per arrivare alla Mater Chiesa e fare una seconda sosta - ché serve - tagliamo la strada attraverso un'erta scoscesa tra cespugli, fichi d'india e agavi, per proseguire poi su una scalinata in pietra ricca di vegetazione (inizia la mia preoccupazione da affaticamento, ce la farò?)
Ci troviamo più in alto rispetto a Civita e da qui - mi pare superfluo dirlo ma è così - la vista splendida cattura immediatamente la nostra attenzione.
Il borgo di Civita mi appare più piccolo e raccolto in un lembo di terra mentre il Raganello è solo un filo che segna la gola.
Salire sull'estrema dorsale del Raganello, la mia esperienza
Non c'è una stradina, un sentiero, un tracciato che si può seguire, quello che ci fa andare avanti sono solo le indicazioni di Stefania, che ci precede, tanto agile ed esperta del luogo.
La seguiamo senza battere ciglio mettendo i piedi tra i sassi, mantenendo l'equilibrio aiutandoci con le mani, a volte salendo a "quattro zampe".
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Gli spuntoni di roccia nel percorso dell'escursione |
Vietato guardare indietro e intorno. C'è bisogno di concentrazione per arrivare ai piccoli slarghi pianeggianti e riprendere fiato.
Nonostante la giornata non sia troppo calda, il calore per la fatica si comincia a sentire con piccole goccioline sulla fronte e dietro la spalla che scivolano inesorabilmente.
Stefania ci guida, ci dà consigli su come affrontare l'impervia scalata e a quali piante aggrapparci, ci sprona e ci incita a non mollare.
La mia goffaggine è esplosa, la mia mancanza di allenamento è evidente. Non mi lascio intimorire e proseguo imperterrita inerpicandomi tra gli spuntoni di rocce che affiorano tra le sterpaglie secche e pungenti.
Quando alla fine arriviamo al punto più alto prestabilito, la soddisfazione è massima, mi faccio i complimenti e mi abbandono lasciandomi accarezzare dal leggero vento.
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Il punto di sosta finale prima della discesa verso Civita |
L'incanto del posto mi obbliga a fare alcune riflessioni. In silenzio e immobile guardo la Timpa del Demanio che si impone, alto e maestoso, al di là della gola. Là dove le aquile trovano la loro casa.
I pensieri positivi che mi attraversano sono molteplici, la mente si comincia a svuotare, la calma e il benessere mi pervadono. Mi sento appagata e felice, nonostante la fatica e la stanchezza.
Mi rendo conto quanto siamo piccoli di fronte a Madre Natura, così buona e generosa con noi.
Va amata e protetta.
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La soddisfazione e l'espressione di Simone dopo aver raggiunto il punto più alto del percorso |
L'escursione prosegue e questa volta si scende verso Civita. Un lungo giro che porta direttamente al quartiere S.Antonio per visitare il museo delle tipiche case Kodra.
Se volete scoprire di più su queste caratteristiche case, andate subito a leggere il post Alla scoperta delle sette meraviglie di Civita in cui troverete cinque delle sette meraviglie di cui si parla.
La sesta meraviglia è la tradizione culinaria arberesche e la settima è proprio l'esplorazione della estrema dorsale del Raganello.
Io, però, ho scoperto un'ultima meraviglia, l'ottava, che ritengo fondamentale e da un senso a tutto:i Civitesi.
Ospitali, semplici, generosi e genuini. Mi mancheranno tanto.
Sei stata bravissima Maria! Io solo a guardare la scalinata che sembra sospesa nel nulla e tutti gli spuntoni mi sono preoccupata. Non so se senza allenamento io sarei riuscita. Certo poi la fatica viene ripagata con un panorama così! :)
RispondiEliminaSimona quando stavamo scendendo pensavo che dovesse essere una camminata tra scale e percorsi pianeggianti. Poi è arrivata la salita con gli spuntoni, lì è stata una fatica immensa, almeno per me.
EliminaQuanti km consiste questo itinerario? Sembra davvero molto bello e interesante ��
RispondiEliminaDevo essere sincera non saprei dirtelo anche perché abbiamo "tagliato" l'itinerario. Però, posso fartelo sapere.
EliminaDovrei andare in Calabria in vacanza tra qualche mese, perciò se segno questa attività da fare. Da amante del trekking sarebbe proprio un'escursione interessante in quei magnifici scenari.
RispondiEliminaIo l'ho trovata un'esperienza spettacolare sia per gli scenari che per il mio fisico
EliminaChe meraviglia di giornata! e poi grazie per avermi fatto conoscere il significato di hiking (io sono di quelle che non lo sapevano). Davvero un bellissimo itinerario!
RispondiEliminaAllora eravamo in due a non saperlo! L'esperienza fatta è stata sensazionale e io la consiglio a tutti quelli che vogliono ritrovarsi con la natura.
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