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Corridonia, il borgo marchigiano con una curiosità incredibile |Marche|

Corridonia è uno dei borghi del maceratese che mi ero riproposta di visitare, nonostante mi fosse stato detto: ”Ma che ci vai a fare, non c’è nulla di bello da vedere!” Devo dire che questa frase ha sempre l’effetto contrario su di me e quindi ha prevalso più di prima la curiosità di andare a scoprirla.  Alla fine posso confermare che ho fatto bene e in questo post vi racconto la particolarità di Corridonia che stupisce e che ha rappresentato per me la vera scoperta di questo paese.  Visita a Corridonia  Corridonia si trova nelle Marche in provincia di Macerata . Il borgo si incontra dopo pochi chilometri, sulla sinistra, quando si percorre la Val di Chienti che da Civitanova Marche va verso i Monti Sibillini. Da lontano si può vedere il suo profilo con il campanile che svetta al centro di una serie di case che si estendono su un’altura.  Dopo aver visitato parecchi borghi nel maceratese che grosso modo si somigliano immaginavo che anche Corridonia avesse il bel centro storico con ch

Che fine fanno i souvenir di viaggio?



Souvenir di viaggio

Parliamo dei souvenir di viaggio. Quelli tanto amati "mi raccomando portami un ricordo!" e poi tanto odiati quando l'aspettativa non supera l'oggetto desiderato.

Al contrario, posso dire che, se non te lo aspetti, ogni pensiero è sempre ben gradito.

A me è capitato di recente di averli lì, tutti insieme, mentre li scartavo da un cartone dopo l'ennesimo faticoso trasloco.
A chi non è mai capitato di fare un trasloco e ritrovarsi tra le mani oggetti e souvenir che abbiamo portato dai nostri viaggi ed escursioni sia che si tratti di luoghi lontani che vicini? 

Ecco, ti vedo che stai dicendo "È vero! Anche io ho i miei souvenir"

Subito la mente ti porta indietro e con aria rapita li ricordiamo uno per uno, ci riportano al luogo dovo li abbiamo comprati o alla persona che ce li ha regalati. Ognuno con un significato diverso, con una storia diversa.

Alcuni vanno a finire nel dimenticatoio: in qualche scatola o in qualche cassetto oppure in soffitta o in garage. Forse anche riciclati.

Altri, invece, restano in bella vista pronti a prendersi la propria buona dose di polvere quotidiana.

Oggetti utili o completamente inutili, diciamolo pure, cagate. 
Chissà perché poi siamo presi dalla smania di comprarli.

Ma dimmi la verità, quando sei sul posto hanno un'aria così accattivante che devi averlo a-tutti-i-costi.

Tornati a casa, dopo il viaggio ci accorgiamo che non sappiamo dove lo dobbiamo sistemare; a me, a volte, è capitato di pensare che nemmeno in bagno va bene.

E poi mi sento un po' in colpa per averlo tolto dalla sua cara bancarella o negozio di souvenir, meglio dire di cianfrusaglie, e un po' scocciata per aver speso inutilmente dei soldi.

Si sa, quando siamo in viaggio tutto è possibile.

Devo confessare che io non sono una dall'acquisto compulsivo. 
Ho bisogno di innamorarmi davvero dell'oggetto da portarmi a casa come ricordo. 

Deve nascere un feeling particolare tra me e il souvenir. Prima lo guardo, poi lo tocco e se mi entra nel cuore, lo compro.
Io sono per i piccoli oggetti, quelli che non ingombrano e se ne stanno immobili, zitti e buoni.


Souvenir di viaggio
Souvenir di viaggio. Foto del mio profilo Instagram (@mariamillarte) 

Intanto, mi sorgono dei dubbi.

Che fine fanno tutti i narghilè che arrivano in Italia?
E gli enormi sombreri, come cavolo si riescono a portare in aereo? Ora saranno appesi ad un muro o si aspetta il Carnevale per vestirsi da messicano?

Voglio sperare che qualcuno non ritorni con l'abito tipico del Perù o del Giappone, che alla fine occupano solo spazio nell'armadio. 

Io ho ricevuto un'abito tirolese grigio antracite con i bordi verde, i bottoni di legno a forma di foglie e le pecorelle bianche ricamate. 
Gli anni passano ma lui è sempre lì, nella sua custodia, in attesa di essere indossato almeno una volta nella sua vita.

Collezionisti, che passione!

Poi ci sono i collezionisti, quelli che ad ogni costo devono trovare il loro pezzo particolare per allungare la collezione.

Quelli della palla di vetro con la neve con il monumento del posto visitato.

Quelli della bottiglia della Coca Cola con le scritte nella lingua del posto.

Quelli delle calamite, tutte appiccicate al frigorifero. Ne ho visti alcuni così pieni che lo sportello non si apriva per quanto era diventato pesante. 

Quelli dei boccali di birra tedeschi, delle tazze da tè e tisane, della maglietta Hard Rock e così via, una lista infinita. 

Ce n'è per tutti i gusti.

Poi ci sono io. Quella che colleziona, senza saperlo, le lumache, non quelle vere, eh! 

E si, senza saperlo, perché io con le lumache non c'entravo proprio nulla, finché lui, l'altra metà del cielo, ha pensato bene di darmi questo nomignolo addirittura inglesizzandolo, Lumy. 

Da lumaca a lumy il passo è breve. Persona lenta, secondo lui, riflessiva, secondo me. Così mi ritrovo una piccola collezione del bavoso animaletto tutto casa e terra.

Ed eccole qui - solo una parte -  le mie lumache. Di tutte le forme e colori, fatte di materiali diversi.

I miei souvenir, le lumache.
Che si vede che sono una accanita lettrice di Ken Follett? 

Poi ho detto basta, eh! Regoliamoci o tu o loro. Alla minaccia si è arreso.

Souvenir d'altri tempi


Momento vintage dedicato agli over 50.
Torno indietro di qualche anno e più per ricordare i viaggi che si facevano negli anni 60/70.
I viaggi che si aspettavano con tanta ansia in quel periodo erano le lune di miele. Tra le mete più gettonate dei viaggi di nozze c'erano Roma, Milano e Venezia.

Chi non ha mai visto una gondola illuminarsi sul televisore dei nonni? Era uno dei souvenir più diffusi.

Era lì, in bella vista sul televisore largo trenta centimetri. Si accendeva quando cominciavano le trasmissioni in tv e tutte le luci si dovevano spegnere.

E ancora, dulcis in fundo
Il regalo per eccellenza alle bambine era sempre una bambolina rigida e con gli occhi sbarrati, il vestito tipico del luogo con la scritta della città.

In verità, sostituivano le calamite che vanno di moda oggi e che, per quanto mi riguarda,  risolvono alla grande il "pensierino" da portare a parenti e amici.


Souvenir di viaggio
Souvenir degli anni 60/70 

Sono sicura che andremo sempre alla ricerca di qualcosa da portare a casa quando siamo in viaggio. È come se  ci portassimo un pezzetto di quella vacanza.

Senza dubbio, il ricordo più bello che ci porteremo indietro sono le emozioni che ci ha procurato e in questo caso una bella foto è sempre il miglior souvenir da portare a casa.

Che dire, sono sicura che un souvenir orribile lo hanno ricevuto tutti o..... lo riceveranno.  


Commenti

  1. Ma no, le bamboline!! Da piccola le adoravo e avevo fatto la collezione: che ricordi che mi hai fatto tornare in mente!

    Ho letto e riletto il tuo post e mi trovi d'accordo: cosa ce ne facciamo di tutti questi souvenir quando torniamo a casa? Io ora non compro più nulla: le uniche cose che compro sono:le palle di vetro quelle con la neve perché so che la mia vicina le colleziona, kg di thè quando vado in Germania perché lì costa meno e ci sono una marea di gusti (e a molti miei amici fa piacere bere) e le cartoline (sono una delle poche che le scrive!).

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    1. Non so quanti anni hai ma le bamboline folk sono davvero d'altri tempi. Mentre scrivevo pensavo di essere l'unica a conoscerle.

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  2. Ricevuti no....ma di ritorno da un viaggio in Irlanda ho portato come souvenir ad un collega una lattina di birra....analcolica....

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    1. Mi piacerebbe sapere quanti collezionisti esistono e le tipologie di collezioni.

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  3. Mi hai fatto sorridere con questo post, hai ragione, che fine fanno certi souvenir, enormi, kitch e assolutamente inutili? Anche io raccolto souvenir, ma mi piacciono quelli piccoli, meno ingombranti (anche per motivi di peso in valigia) ma soprattutto quelli che mi riportano li, nelle emozioni. A parte le tartarughe (logicamente), mi piace portare a casa oggetti trovati, come foglia di eucalipto, o un sasso particolare trovato in Arizona... sono per la natura! Le calamite invece dopo un po' di anni non le prendo più.

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    1. Siamo sulla stessa lunghezza d'onda. C'è stato un periodo in cui raccoglievo rocce ( per gli altri solo pietre) ovunque andassi in Europa e non ero capita.

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  4. a me piacciono tantissimo le bamboline! io ho souvenir di valoree cianfrusaglie che regolarmente mio figlio rompe. Da un po' di tempo ho la fissa di comprargli la maglietta nel posto dove andiamo...ma ora che sono diventati 2, credo che smetterò! :D

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  5. E' da un pò che non compro più mille souvenir, giusto un paio per me, ma non come un tempo. mi ripeto sempre che il miglior souvenir sono/saranno le mie foto! e cosi sarà sempre!

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    1. Quando non erano in tanti a viaggiare, i souvenir erano attesi con trepidazione. Erano trofei da mettere in mostra. Ora tutto è cambiato e, in effetti, le foto sono diventate il miglio souvenir

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  6. Ti dico la verità, di souvenir brutti non ne ho mai ricevuti tanti... di solito sono quella che li porta, ahahah! Comunque, a meno che qualcuno non mi chieda una cosa in particolare (una calamita, una sciarpa della squadra della città, un bicchierino da chupito... xD), la cosa che preferisco "portare" a casa è una bella cartolina! E ne invio sempre una anche a me stessa, ahahah!

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  7. Eh sì, devo averne ricevuti più d'uno...tipo il pinguino giapponese da mettere in frigo, che se esiti un po' con la chiusura dello sportello inizia a versare improperi nella sua lingua!! Per gli acquisti,invece, io non sono una dal souvenir facile..in parte perché sono ligure forse! In parte anche perché sono riflessiva come te, e se sento che non scatta la scintilla preferisco tornare a casa "solo" più ricca dentro, e piena di foto!!;)

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  8. Ricevevo ogni anno almeno una delle orrende bamboline con il nome della città da una coppia di zii e non sai quanto le ho odiate. Comunque a essere sincera non mi piacciono neanche le calamite, ma in compenso ho collezionato cartoline per anni :)

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