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Da quando ci sono andata la prima volta con l'università ad oggi, resto ancora affascinata da questa grande bellezza che Madre Natura ci ha regalato.
Sono convinta che ancora ci sia tanto da scoprire ed ogni solco scavato nei tempi geologici ci riserverà sempre continue sorprese.
Dopo la mia esperienza di hiking sulla estrema dorsale del Raganello, mi cimento in una nuova avventura. Questa volta non salgo ma scendo. Ti racconto della mia esperienza, alcuni cenni storici sui ponti e in fondo troverai le mie piccole riflessioni.
Escursione sul fondovalle della Gravina San Marco
L'escursione prevista comincia a sud, dalla parte più bassa della gravina, per proseguire lungo un percorso in salita che finisce, troncato - come se ci fosse stato un riempimento - all'altezza del cimitero, verso nord.
Dico subito che l'itinerario è abbastanza difficoltoso per chi non ha mai fatto attività di trekking o hiking. Questo non vuol dire che bisogna rinunciare a priori e, comunque, se ci riesco io stai certo che puoi farcela anche tu.
Anche se, considerando la scala delle difficoltà del Club Alpino Italiano, non è proprio un itinerario EE (Escursionisti Esperti), raccomando di non avventurarti da solo, ma di affidarti ad esperti che ti indicheranno il miglior tracciato da seguire.
La parte iniziale è quella più pianeggiante e man mano che si procede il percorso è alquanto impervio, ostruito da grandi massi scivolosi che, ad ogni copiosa pioggia, l'acqua è riuscita a trascinare lungo il tragitto.
Durante le grandi alluvioni degli ultimi quindici anni, c'è stato un gran movimento di materiale sul fondovalle che ha portato allo scoperto vecchie pareti modellate dall'acqua e che erano state sepolte. Quelle rocce, dunque, bisogna superarle con l'aiuto di corde e tanta forza nelle braccia e nelle gambe. Bisogna anche fidarsi di chi queste corde li tiene e li tira.
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Il sentiero del fondovalle della gravina San Marco |
Inoltre, i versanti che si innalzano lateralmente sono ricoperti da una ricca vegetazione, alberi, piante rampicanti e rovi che arrivano fin sul fondovalle e in alcuni tratti bisogna stare attenti per non graffiarsi.
Oltrepassati i due ponti, l'ambiente cambia, c'è meno antropizzazione, diventa più selvaggio e quasi alla fine ci si ritrova in una inaspettata gola stretta e alta. Un vero canyon.
È il momento del silenzio assoluto per godere di questo meraviglioso luogo che non vuole essere violato. Un muro dritto e alto di circa due metri, si para davanti e per saltarlo ci vuole una scala.
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Un momento di sosta nel canyon |
Attrezzatura consigliata dopo la mia esperienza:
- scarpe da trekking, fondamentali per avere una migliore aderenza al suolo ed evitare scivolamenti e distorsioni alle caviglie;
- calze oltre la caviglia permettono di evitare si essere punti dalle spine dei rovi o da rocce appuntite; pantaloni lunghi per lo stesso motivo delle calze, devono essere anche resistenti e morbidi per avere libertà di movimento;
- maglia a manica lunga, per salvaguardare le braccia e i polsi da eventuali graffi;
- zainetto con acqua, salviette o fazzolettini (evitare assolutamente le borse a tracolla)
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Il ponte Garibaldi alle spalle degli escursionisti |
La gravina di San Marco si trova nel contesto urbano e taglia in due Massafra, lasciando il centro storico separato dal resto della città, unita dai due ponti costruiti quando la città ha avuto bisogno di espandersi. Nei due chilometri del percorso escursionistico si passa sotto il ponte Garibaldi e il ponte Nuovo.
Il ponte Garibaldi fu costruito in poco più di un anno, dal 20 febbraio 1863 al 25 aprile del 1864, giorno in cui fu inaugurato. Ha cinque arcate di altezza variabile, la più alta arriva sino a 25 metri.
Il ponte costò 17.000 lire. Sono quindi 155 anni che fa parte integrante di Massafra e oggi è considerato un simbolo cittadino nonché un attrattore turistico.
L'esigenza di un altro ponte si ebbe per snellire il traffico. Ben duemila traini agricoli attraversavano giornalmente il paese e la situazione era insostenibile.
Il ponte Nuovo in pietra fu inaugurato nel 1902, in ritardo rispetto al previsto perché l'alluvione del 30 ottobre 1901 ne rallentò i lavori che ebbero un costo di circa 9.000 lire.
Insomma, roba di altri tempi.
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Uno sguardo indietro: come ho fatto ad arrivare fin qui? |
L'escursione sul fondovalle, lontana dai rumori e immersa nel silenzio, mi porta a fare varie considerazioni che nascono dalle emozioni che ho percepito durante la lenta e faticosa camminata. I movimenti lenti dovuti all'asperità del terreno mi hanno portato ad osservare in maniera più attenta l'ambiente circostante, dal basso verso l'alto.
Se da una parte beneficiavo della vitale flora spontanea, della presenza dei fiori colorati e delle profumate piante officinali, dall'altra ero messa alla prova per superare gli ostacoli.
Mi sono soffermata sul rapporto che abbiamo con la natura che dovrebbe essere sempre rinnovato, ogni giorno, per ritrovare se stessi. Per recuperare l'essenza profonda della nostra vita.
Non siamo forse anche noi una meraviglia della Natura?
Ti piacciono le escursioni? Allora potrebbe interessarti anche l'escursione alla chiesa ipogea di San Posidonio.
Ringrazio il gruppo Escursionisti per passione di Massafra. Senza di loro non ce l'avrei fatta.
Adoro queste avventure di totale immersione nella natura incontaminata...mi hai fatto venire una gran voglia di qualche escursione fra valli e montagne! Stupende le tue riflessioni finali...anche noi, sì, facciamo parte di questa grande meraviglia chiamata mondo e dovremmo sempre e costantemente coltivare il nostro rapporto con l'ambiente che ci circonda
RispondiEliminaLa natura non ci tradisce mai, quindi ti consiglio di fare queste immersioni nel verde.
EliminaQuesto percorso sembra davvero bellissimo, e poi il canyon! Me lo segno, chissà che io non capiti da quelle parti prima o poi
RispondiEliminaSi, è molto bello e particolare. Ti aspettiamo a braccia aperte.
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