Ci siamo. Siamo arrivati alla fine del 2019
e tiro un sospiro di sollievo. E l'aria che immetto con questo sospiro spero non sia cattiva come quella che ho respirato finora.
Questo post non vuole essere un bilancio ma la riflessione di un anno abbastanza ostile.
Il 2019 è un anno
che oggi voglio considerare transitorio e relegare negli anfratti più
nascosti della mia mente. Voglio inscatolarlo con tanto di fiocco grigio e
conservarlo nella soffitta dei ricordi perduti.
Con me non è stato troppo
benevolo: mi ha stritolato con paure e preoccupazioni da togliermi la mia
apparente tranquillità.
D’altra parte sfido chiunque a rimanere sereno davanti a eventi che ti presentano un conto che io ho definito salato!
D’altra parte sfido chiunque a rimanere sereno davanti a eventi che ti presentano un conto che io ho definito salato!
Lo ricorderò come l'anno che mi ha
tolto tanto, rispetto a quello che mi ha dato. Quelle che consideravo priorità assolute
sono passate in secondo e terzo piano, scivolate senza intoppi nel
dimenticatoio come se non fossero mai esistite, messe lì senza risposte.
Prepotentemente la vita mi ha ricordato che l’amore, la salute, la famiglia e la libertà sono sul podio delle importanze vitali. Quelle di cui non puoi fare a meno per vivere.
Prepotentemente la vita mi ha ricordato che l’amore, la salute, la famiglia e la libertà sono sul podio delle importanze vitali. Quelle di cui non puoi fare a meno per vivere.
Davo tutto ciò per scontato. Raccontavo a me stessa che mi era dovuto.
Perché quando pensi che tutto sta andando per il verso giusto,
quando pensi di aver intrapreso la strada in discesa ti ritrovi davanti ad un bivio.
Ti si presenta senza un segnale e magari per giusta convenienza si sceglie quella più facile e radiosa ma forse più vuota.
La sberla alla fine del 2019
Poi all'improvviso
ti arriva una sberla.
Così forte che ti fa girare tre volte su te stesso. Che
ti sveglia e ti fa male da morire. Che ti rimbomba e pulsa nella testa. Che non
ti aspettavi ed invece è arrivata.
In un crescendo di momenti negativi
iniziati da mesi, dicembre mi aspettava con il colpo finale, come per dirmi “vediamo
se questa la reggi!”.
Mi aveva colto impreparata: un nodulo di 5 millimetri si era impossessato del mio polmone destro. Senza il mio permesso. Non potevo crederci.
Sprofondavo nella terra che si apriva sotto i miei piedi senza porre resistenza, bagnata dalle mie lacrime che scendevano a profusione. È lì che capisci che siamo disarmati, che siamo impotenti.
Mi aveva colto impreparata: un nodulo di 5 millimetri si era impossessato del mio polmone destro. Senza il mio permesso. Non potevo crederci.
Sprofondavo nella terra che si apriva sotto i miei piedi senza porre resistenza, bagnata dalle mie lacrime che scendevano a profusione. È lì che capisci che siamo disarmati, che siamo impotenti.
La paura si impossessa del nostro cervello
riducendolo ad un organo non pensante ragionevolmente. Si perde la lucidità
mentale ma è più che normale.
Si riavvolge il nastro della vita, ti fai mille e mille domande senza dare una concreta risposta e alla fine pensi 'come faccio?'.
Si riavvolge il nastro della vita, ti fai mille e mille domande senza dare una concreta risposta e alla fine pensi 'come faccio?'.
Mai farsi prendere dal panico, ci vuole
pragmatismo, difficile ma essenziale. Perché, fino a che non vi è certezza, la
speranza non deve mancare.
E poi l’amore di chi ti sta accanto, che ti aiuta e
non ti lascia solo è fondamentale.
Dopo dieci giorni la T.A.C. non
rileva nulla al polmone, per fortuna.
Ci vuole fortuna
Ci vuole fortuna
Già la fortuna. Questa parola l’avevo
scelta su instagram come filo conduttore per il mio 2019 e mi ero ripromessa che se non
fosse venuta a trovarmi, l’avrei cercata io ad ogni costo per ogni sfaccettatura
della mia vita.
Sono convinta che essere positivi e ottimisti fa cambiare il
corso degli eventi. Certo ci sono cose per cui non possiamo fare nulla perché
sono inevitabili.
In fin dei conti, mi considero
fortunata anche perché ho inanellato piccole perle preziose che hanno attenuato
la mal’aria che ho respirato nel 2019 e che, nonostante tutto, lo hanno reso più sopportabile.
Allora mi sono detta che per il 2020
non voglio elencare i miei buoni propositi. Ad essere sincera non sono mai
riuscita a portarli a termine.
Molte volte si sono persi per strada e spesso non
per mia volontà. Quindi, per ora, meglio lasciar perdere.
Continuerò a percorrere la mia strada
come ho fatto finora, superando le salite e gli ostacoli con caparbietà e impegnare
le discese con leggerezza mettendo le ali.
Non importa quanta strada posso
fare, però, senza guardarmi indietro, devo ricordare quanta ne ho fatta fin qui,
tutte ciò che ho affrontato, tutte le battaglie vinte e le paure che ho superato
(tante).
Voglio sentirmi libera di seguire
ciò che ha importanza per vivere e per sentirmi viva, senza mai abbassare la
guardia.
Bisogna essere consapevoli e
credere che se qualcosa di bello è destinato a noi, cercherà sempre il modo di
raggiungerci.
La vita è così fragile che va trattata con molta cura.
Buon 2020!

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