Venerdì 13 marzo 2020 I pensieri ai tempi del coronavirus saltellano di qua
e di là, sono in movimento, escono ed entrano dalla mia testa. Loro hanno uno
spazio infinito, sono liberi di volare via ed espandersi nell'aria.
Alcuni
tornano, altri spariscono per sempre (magari poi rientrano senza preavviso), altri
restano a casa.
Come noi in questo periodo di quarantena.
Casa dolce casa,
quante volte l’abbiamo detto tornando da un lungo viaggio o dopo una giornata
faticosa di lavoro. Adesso la casa ce la stiamo godendo tutti, tutti insieme
contemporaneamente.
È un'occasione per le famiglie per poter riscoprire i rapporti
interpersonali: le coppie potranno rinsaldare il loro legame e dedicare più
tempo ai figli.
Il profumo di casa si diffonde lentamente nell'aria, pure questo come un
virus ma benigno penetra nelle pareti, oltrepassa ogni porta, anche quelle chiuse
sempre a chiave, entra nelle stanze e ci assale.
Anche se non lo vogliamo dire
questa situazione ci piace tanto; perché è vero che siamo costretti a farlo ma
lo stiamo facendo con lo spirito di chi vuole proteggere le persone che ama.
Anche
chi vive da solo amerà di più sé stesso. Sono momenti da cristallizzare nel
tempo.
Non pensate che sia semplicemente meraviglioso? E poi se è stato il
Signor Chi a decidere per noi, ebbene io lo stimo ancora di più.
Ore 19.00 Sono a casa. Per il terzo giorno consecutivo scrivo questo diario che mi aiuta a riordinare le idee e a sminuire la mia ansia (si, ho l’ansia per
il coronavirus!) che ogni giorno aumenta subdola dentro il mio cervello. Immagino
che stia succedendo un po' a tutti.
Stamattina di rientro dal lavoro, sono
andata al supermercato per fare la spesa che mi sarebbe servita per i
successivi quattro giorni. Sapevo già cosa prendere così non avrei perso tempo.
Avevo i guanti ma non la mascherina. Per cautelarmi avrei mantenuto la distanza
di un metro tra me e gli altri, come previsto.
Mentre aspettavo che una mamma accompagnata dalla figlia si decidesse cosa comprare proprio davanti allo scaffale dei
prodotti che dovevo acquistare, la donna, visto che mostravo la mia impazienza, mi riprende con tono acido e brusco
dicendomi che non potevo fare la spesa senza la mascherina.
Le ho fatto
presente che non ce n'era bisogno visto la distanza e che non le avevo nemmeno
chiesto di togliersi di torno (credo di averlo pensato e fatto capire, però).
Insomma, la
gente comincia ad avere i primi sintomi di cedimento. E siamo ancora all'inizio.
Intanto, l’auto con un megafono passa per le vie e la vedo dalla finestra. Noi al Sud siamo abituati a sentire queste voci quando passa l'arrotino, quello che vende materassi o i gelati.
Questa è diversa. Avvisa la cittadinanza di non uscire di casa
e di seguire tutti i comportamenti consigliati.
Ha un non so che di sinistro.
Oggi per la prima volta non ho detto finalmente è venerdì. O meglio, l'ho detto solo perché non devo
uscire di casa per due giorni anche io, ma non con lo stesso umore.
Quello di chi deve spegnere
la sveglia della mattina, sbrigarsi e uscire di corsa per non fare tardi. Di
chi si appresta a mettere ON sulla modalità rilassatezza mentale.
I pensieri ai tempi del coronavirus riemergono e d'un tratto si fa strada nella mente una condizione comune.
Se da una parte non stiamo
facendo più vita sociale, siamo chiusi nelle nostre case come nucleo a sé, siamo
lontani dai nostri amici, dai nostri parenti, dall'altra ci sentiamo una
comunità, siamo persone che stanno condividendo le stesse preoccupazioni che
abbiamo una stessa identità, che siamo tutti Italiani.
Che non è più un motivo
giocoso come la squadra della Nazionale ai mondiali a tenerci uniti, ma un vero
problema serio che riguarda il singolo individuo.
Non pensate che anche questo
sia semplicemente meraviglioso?
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L'hashtag che gira in tutta Italia |
Ore 22.00 Sono a casa. Ho passato la
serata a rileggermi gli appunti di un corso gratuito sulla comunicazione della Scuola Italiana Influencer (no, io non
sono una influencer). Quanto meno ho tenuto la mente occupata e non mi sono frullata il cervello con i social.
Il Sindaco di Massafra ha comunicato che i tamponi effettuati sui cinque
probabili contagiati dal coronavirus hanno dato esito negativo ci fa ben
sperare ma non dobbiamo abbassiamo la guardia.
Le informazioni si susseguono uno dietro
l'altro e non sono rassicuranti, anche se ci sono i guariti, continuano i
contagi in modo esponenziale.
Si comincia a dire che avremo un picco nelle
prossime settimane, soprattutto al sud, per via della fuga in massa degli
irresponsabili meridionali che dal nord sono tornati giù.
Spero per sentire il nostalgico
profumo di casa.
Mi ripeto che andrà tutto bene, vedrai.

Sono una pugliese errante con la licenza (abusiva!) di scrivere su questo blog confidenziale e semplice come me. Consiglio viaggi e stili di vita lenti, antistress e sostenibili. Se siete curiosi cliccate qui Dico di me
Foto di copertina di Peggychoucair da Pixabay
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