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Corridonia, il borgo marchigiano con una curiosità incredibile |Marche|

Corridonia è uno dei borghi del maceratese che mi ero riproposta di visitare, nonostante mi fosse stato detto: ”Ma che ci vai a fare, non c’è nulla di bello da vedere!” Devo dire che questa frase ha sempre l’effetto contrario su di me e quindi ha prevalso più di prima la curiosità di andare a scoprirla.  Alla fine posso confermare che ho fatto bene e in questo post vi racconto la particolarità di Corridonia che stupisce e che ha rappresentato per me la vera scoperta di questo paese.  Visita a Corridonia  Corridonia si trova nelle Marche in provincia di Macerata . Il borgo si incontra dopo pochi chilometri, sulla sinistra, quando si percorre la Val di Chienti che da Civitanova Marche va verso i Monti Sibillini. Da lontano si può vedere il suo profilo con il campanile che svetta al centro di una serie di case che si estendono su un’altura.  Dopo aver visitato parecchi borghi nel maceratese che grosso modo si somigliano immaginavo che anche Corridonia avesse il bel ce...

Scopriamo le Marche: cosa vedere nei dintorni di Macerata, tra storia, natura e spiritualità

Cosa vedere nei dintorni di Macerata

Venite con me e scopriamo insieme piccoli angoli delle Marche, quella regione che nella campagna pubblicitaria è definita bellezza infinita e che, secondo alcuni, racchiuderebbe in piccolo tutte le peculiarità del territorio italiano: montagne, colline e mare. Per la precisione sono stata nei dintorni di Macerata e, come sempre, anche se è stato un viaggio di lavoro, non ho perso l’occasione di ritagliarmi il tempo per trovare posti da visitare secondo il mio stile lento e antistress e che vi svelerò più avanti in questo post.

Confesso che ogni volta che i miei viaggi avevano come direzione il nord – quasi sempre oltre il famoso Rubicone - passare attraverso le Marche mi scocciava un po’. Era come un impedimento, tutto questo lungo tratto dell’Autostrada Adriatica mi sembrava lungo e inutile. 

Chiedo scusa ai marchigiani per questo mio pensiero poco carino e ne farò ammenda! 

Castello della Rancia, storia e realtà 

Sapendo di dover soggiornare a circa quattro chilometri dal Castello della Rancia mi è sembrato giusto dedicare a questo luogo la mia prima visita. Il Castello della Rancia non si trova su un’altura, né a guardia di un antico centro storico, è in pianura. Percorrendo la Statale 77 che congiunge Macerata a Tolentino, si vede dalla strada e attira immediatamente l’attenzione . 

Questo fu uno dei luoghi della Battaglia di Tolentino che si è combattuta il 2 e 3 maggio del 1815 tra l’armata napoletana guidata dall’allora Re Gioacchino Murat e l’esercito austriaco. Una battaglia persa dai Napoletani con la ritirata dell’esercito rimasto chiuso tra due fuochi. La Battaglia della Rancia ha rappresentato il primo tentativo di una indipendenza italiana, purtroppo sfumata. 

Castello della Rancia
L'entrata del Castello della Rancia

Ricordando questo episodio e trovandomi davanti al castello, ho immaginato il campo di battaglia proprio nella piana accanto: una distesa verde circondata dai colli. Andare di prima mattina, purtroppo, mi ha impedito di visitare l’interno del castello, il cui orario di apertura è alle 10, ma mi ha permesso di prendermi tutto il tempo per osservare con più attenzione il maestoso edificio merlato. 

Il Castello della Rancia fu costruito su una preesistente abbazia cistercense, ha una forma quadrangolare e tre torri agli angoli. Ha anche un mastio di 30 metri dalla cui sommità si poteva ammirare tutta la pianura e la valle del Chienti. Dico poteva perché dopo il terremoto del 2016 ha subito danni e non è più agibile. 

Nella parte opposta all’ingresso principale si trova un anfiteatro dove ogni anno, la prima settimana di maggio, si ricostruiscono i fatti avvenuti durante la battaglia. Il silenzio e una leggera nebbiolina ha reso tutto molto suggestivo e autentico. 

Castello e cielo blu
La facciata posteriore del Castello della Rancia e il piccolo anfiteatro 

Abbadia di Fiastra, natura e spiritualità 

L’Abbadia di Fiastra è un altro luogo da vedere nei dintorni di Macerata. Rispetto al Castello della Rancia non bisogna spostarsi di molto perché si trova nella stessa zona. Si ritorna sulla Statale 77 direzione Civitanova Marche e si prende l’uscita Macerata ovest. 

Se mi seguite da tempo sapete già che la natura è come una potente calamite per me. L’avevo già individuata sulla mappa prima di arrivare a Macerata e l’avevo messa nella mia wishlist. La riserva naturale Abbadia di Fiastra mi da il benvenuto in una giornata grigia e a tratti piovigginosa che attenua i colori autunnali. Questa atmosfera, e il silenzio che l’avvolge, rende l’Abbadia ancora di più un luogo meditativo e contemplativo. Ho provato un senso di grande calma e pace interiore, ciò che serve a chi desidera far riposare corpo e mente. 

Chiesa con rosone
L'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra nel maceratese

Cenni storici in poche righe

Nel 1140 Guarnerio, duca di Spoleto e marchese di Ancona, chiese a San Bernardo di fare una fondazione nelle sue terre e donò un vasto territorio ai monaci cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle milanese. Nel 1142 i religiosi iniziarono la costruzione dell’abbazia e bonificarono i terreni circostanti. Dopo tre secoli di floridezza, nel 1422 fu saccheggiata e in gran parte distrutta dai mercenari guidati da Braccio di Montone. Nel 1581 fu affidata ai Gesuiti e nel 1773 la proprietà fu ceduta alla nobile Famiglia Giustiniani Bandini. Attualmente, tutta la riserva è gestita dalla Fondazione Giustiniani Bandini. 

Oltre il complesso abbaziale, ecco cosa offre la riserva

Prima di tutto, non mi stancherò mai di consigliarvi di fare lunghe passeggiate lente nella natura e osservare, scrutare e ascoltare con tutti i nostri sensi. È una medicina naturale che ci viene messa a disposizione gratuitamente. 

In tutto il verde dell’intera riserva naturale che circonda l’abbazia, circa 1825 ettari, si trovano spazi dedicati all’ospitalità: una foresteria, ristoranti, bar e punti vendita di prodotti locali. Ci sono percorsi dove si può praticare il nordic walking, percorsi ippici e per ciclisti, aree pic-nic. 

Cosa vedere nei dintorni di Macerata
Uno scorcio della riserva naturale dell'Abbadia di Fiastra

Mentre percorro lentamente i viali vedo un'area per la sosta camper. Tanti camper parcheggiati a godersi in piena libertà momenti corroboranti e ad estrarre dall’ambiente naturale nuova linfa energetica. Consiglio a voi tutti amanti del camper di passare una giornata in questa località perché, oltre a beneficiare del benessere della natura, avrete la possibilità di prenotare visite guidate per vedere il Museo della Civiltà Contadina, il Museo del Vino, il Museo Archeologico e la stessa Abbazia di Chiaravalle che merita davvero. 

Insomma, non manca nulla. c’è persino un condominio che ho chiamato cinguettoso con casette colorate appese agli alberi. A-do-ra-bi-le!

casette colorate su un albero
Casette per uccellini nell'Abbadia di Fiastra

Un salto a Macerata è d’obbligo 

Vedere i dintorni di Macerata e non fare un salto in questa piccola città delle Marche non mi sembrava giusto. Però, il tempo è stato così tiranno che non mi ha permesso di visitarla di giorno, sebbene le città anche di sera hanno un loro fascino. 

Neanche a dirlo che, con sorpresa, mi ritrovo in un centro storico medievale con palazzi costruiti di mille e mille mattoncini marroni. Edifici che furono sicuramente importanti come quelli che ospitano l’Università che qui a Macerata ha una storia antica. 

Da varie impalcature e contrafforti che circondano alcuni palazzi capisco che anche qui il terremoto ha lasciato il segno. Pare che molti maceratesi, dopo il sisma, si siano trasferiti a Civitanova Marche e la città sia svuotata un po'. Questo da significato ad un cartello che ho letto in una vetrina di un negozio del centro storico: “Se non ci fosse l’Università, il centro storico sarebbe un non luogo” . 

Mi riprometto di ritornarci con calma un’altra volta. 

Detto tra noi 

Volete sapere qual è la mia prima impressione delle Marche? Per ora buona. I colori di questa regione sono meno intensi rispetto a quelli a cui sono abituata in Puglia, le colline danno movimento al territorio e lo rendono morbido e per niente noioso. 

E, soprattutto, sono rimasta anche soddisfatta dei piatti che ho assaggiato e di cui vi parlerò molto presto. Cibo e vino mi hanno conquistato. Promossa a pieni voti.

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Sono una pugliese errante con la licenza (abusiva!) di scrivere su questo blog confidenziale e semplice come me. Consiglio viaggi e stili di vita lenti, antistress e sostenibili. Se siete curiosi cliccate qui Dico di me










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