Mi sono ritrovata a passare le vacanze estive, come una vera local, a Mormanno in Calabria per puro caso. O meglio, io pensavo che fosse così all’inizio, non mi ero resa conto che quel piccolo paese calabrese aveva bussato alla mia porta, era proprio venuto a cercarmi. Non le chiamo coincidenze
So bene che state pensando Maria sta svalvolando e vi capisco. Io credo, però, in quei giri immensi e a volte tortuosi che fanno certi disegni universali per ognuno di noi. Credo sempre che nulla accade per caso. Ogni nostra azione, ogni nostro pensiero è una sorta di preparazione a ciò che potrà accadere da li a breve o in un tempo più lungo.
Per alcuni versi trovarmi a Mormanno è stato come concretizzare ciò che più desideravo in quel momento.
Non avevo scelto la località precisa in cui trascorrere la mia settimana di vacanze estive. Non avevo nemmeno un elenco di posti dove andare, ma la scelta della Calabria, come regione italiana in cui avrei traslocato il mio corpo per detossificarlo da un periodo pesante, aveva una serie di motivazioni.
Se avete letto il post raccontavo come “avevo bisogno di lasciarmi andare, di liberarmi dal caos interno, di volermi bene, di aprire la finestra su ciò che mi faceva stare bene”.
Mormanno mi ha cercato, io ho aperto quella porta e mi sono subito innamorata di questo piccolo, semplice e accogliente paese calabrese immerso nella natura. Ho spalancato la finestra della casa di Pina e Rocco, in cui sono stata ospite, sui verdi monti del Parco Nazionale del Pollino. E ho respirato a pieni polmoni.
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Sull'uscio della casa di Pina e Rocco pronta per un'escursione
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La casa di Pina e Rocco a Mormanno
Per la prima volta per le vacanze ho scelto di stare in un appartamento, anzi una casa singola, una vecchia casa che era stata abitata da Pina e Rocco e chiusa, fino a quel momento, da cinque anni. Anche lei, la casa, ha risposto alla mia richiesta, mi è venuta incontro ed io ho aperto la sua porta. Tutto era rimasto intatto: i mobili e i soprammobili, le foto, i servizi di piatti, tazze e bicchieri, persino il porta aghi e fili.
Era pulita e semplice, forse come la lunga vita trascorsa dalla coppia mormannese.
Io non li conoscevo, Pina e Rocco, ma quando sono entrata nella loro casa un soffio di vento caldo mi ha accarezzato e subito l’ho sentita mia. Mi sono sentita a mio agio mentre giravo nelle stanze arredate disposte su due piani.
Avrei passato lì sei giorni liberandomi dei miei pensieri affacciata a quel balcone di fronte ad una distesa verde e un ruscello che sentivo scorrere di sotto. Mi sarei goduta le mie ferie in assoluta tranquillità e facendo amicizia con il vicinato già pronto a scambiare due chiacchiere come se ci conoscessimo da sempre.
Mormanno, un’aspettativa inattesa
Quando siamo arrivati, io e Simone abbiamo capito sin da subito che l’auto non potevamo lasciarla sotto casa perché per arrivarci dovevamo scendere degli scalini e poi percorrere una stradina per circa 30 metri. Non potevamo nemmeno parcheggiarla sul corso principale con divieti di sosta permanenti. Quando siamo partiti non lo sapevamo e non ci siamo fatti problemi per questo piccolo inconveniente da vita comoda.
Era giusto quello che cercavo, volevo camminare, passeggiare senza fretta, scoprire ogni angolo, osservare le persone del luogo e le loro abitudini. Volevo vivere la loro vita lenta, fare parte di quella comunità. Ed è andata ben oltre le mie aspettative.
Devo ammettere che Mormanno però non mi era del tutto estranea. Lì mi aveva condotto si il caso, ma ero stata indirizzata da Maria Francesca Pugliese, una mormannese conosciuta, pensate un po’, a Istanbul dieci anni prima durante una gita sul Bosforo. Un unico giorno in cui ci eravamo ripromesse di incontrarci di nuovo in Italia. Come succede in questi casi, poi, non ci eravamo più viste e sentite ma i social ci avevano tenute in un contatto silenzioso, i nostri nomi erano mescolati tra le centinaia di amicizie virtuali di Facebook, che in questo caso ha fatto da gancio perfetto.
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Gli amici di Mormanno: da sinistra Sergio, Angela, io, Francesca e Alfonso
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Tutto questo lungo tempo – i dieci anni che nel frattempo erano trascorsi – si è annullato non appena io e la bella bruna calabrese dagli occhi magnetici, così come la ricordavo, ci siamo ritrovate ed è stato piacevolissimo rivederla e riabbracciarla, di passare del tempo con lei, con il marito Alfonso e i suoi genitori, Angela e Sergio, due anime belle. Meglio non ci poteva capitare, gente ospitale e generosa che ci ha permesso di essere parte integrante della vita mormannese. Con loro siamo stati catapultati nella vita quotidiana di Mormanno, soprattutto in compagnia della maestra del paese che, come ben potete immaginare, era conosciuta da grandi e bambini. Per me e Simone è stata una fortuna conoscerli ed intrecciare con loro un piccolo percorso della nostra vita.
Vivere la vacanza da local a Mormanno
Io e Simone abbiamo vissuto questi giorni come due viaggiatori consapevoli e non come turisti voraci di posti, seguendo i ritmi delle giornate mormannesi. Abbiamo passeggiato sul corso principale - addobbato di luci e parate - tra la gente che affollava la via per la festa dell’Assunta; abbiamo preso un caffè seduti nella piazza centrale dopo cena; abbiamo chiacchierato con l’addetta dell’ufficio turistico che ci ha omaggiato di guide interessanti; abbiamo fatto la spesa giornaliera nei negozi locali.
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Vita da local a Mormanno |
Abbiamo acquistato scarpe, fiori, abbigliamento sportivo e persino io ho fatto una piega dal parrucchiere che mi ha sistemato i capelli ingestibili dopo aver fatto acquatrekking a Papasidero con Salvatore di River Trekking.
Quando parlo di turismo sostenibile, lento, dolce, antistress intendo proprio questo. Ed è quello che preferisco rispetto
al mordi e fuggi o a quei posti sovraffollati che per me non generano
emozioni.
Detto tra noi
Non pensate nel modo più assoluto che le mie vacanze siano state noiose perché era quello che cercavo e quindi sono stata pienamente soddisfatta. Vale la pena andarci? Si, se volete riposare corpo e mente. Si, se volete ritrovare una dimensione nuova del tempo e rallentare i ritmi. Si, se credete che una vacanza sia anche scoperta di tradizioni e scambio di esperienze di vita vissuta.
Mormanno è stato solo il nostro punto fermo perché intorno c’è tanto da vedere e da fare. Insomma, era la casa in cui ritornare dopo le nostre escursioni.
Consigli da tenere presente. È bene sapere che le strade sono tortuose, si sale e si scende in continuazione, per cui se volete fare un’esperienza in un paese di montagna come Mormanno e non siete abituati a guidare su questi percorsi o soffrite di mal d’auto è meglio evitare questi posti. Inoltre, anche se le distanze tra un luogo e l’altro sembrano brevi, ci vuole molto tempo per farle perché si va piano. A noi è capitato di fare diversi chilometri in zone sperdute e non vi nascondo che qualche volta mi assaliva l’ansia da mancanza di segnale al cellulare.
A voi la scelta.
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Sono una pugliese errante con la licenza (abusiva!) di scrivere su questo blog confidenziale e semplice come me. Consiglio viaggi e stili di vita lenti, antistress e sostenibili. Se siete curiosi cliccate qui Dico di me
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